oggi citiamo una delle mie scrittrici preferite... Anne Rice!


Si tratta di una verità spaventosa: il dolore può renderci più profondi, può conferire un maggiore splendore ai nostri colori e una risonanza più ricca alle nostre parole. Questo avviene se non ci distrugge, se non annienta l'ottimismo e lo spirito, la capacità di avere visioni e il rispetto per le cose semplici e indispensabili.

(da "La Regina dei Dannati")


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La bellezza non era il tradimento che lui aveva immaginato; era piuttosto una terra inesplorata dove si potevano commettere mille errori fatali, un paradiso selvaggio e indifferente senza nulla che indicasse la presenza del bene e del male.
Nonostante tutti gli affinamenti della civiltà che cospiravano per creare l’arte, la perfezione inebriante del quartetto d’archi, e la grandiosità distesa delle tele di Fragonard, la bellezza era selvaggia.
Era pericolosa e senza leggi come lo era stata la terra molti millenni prima che l’uomo avesse un solo pensiero coerente o scrivesse codici di comportamento sulle tavolette d’argilla.
La bellezza era un Giardino Selvaggio.

(da "Scelti dalle Tenebre")
 

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Ora vado in cerca dell’inferno, se esiste l’inferno, oppure del dolce oblio che sicuramente non merito.
Se esiste un Principe delle Tenebre, allora finalmente lo vedrò.
E gli sputerò in faccia.

(da "Scelti dalle Tenebre")


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Chi ha smesso di credere in Dio o nel bene continua lo stesso a credere nel diavolo. Non so perché. No, anzi, lo so: il male è sempre possibile. E il bene è eternamente difficile.

(da "Intervista col Vampiro")


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Lestat ne era colpito, quasi commosso. Che quadro faceva di lei, la morte bambina, la chiamava; sorella morte e dolce morte; e per me, per canzonarmi, aveva coniato un’espressione che accompagnava con un largo inchino, morte misericordiosa! e lo pronunciava come una donna che batte le mani e strilla a un eccitante pettegolezzo: "Oh, cielo misericordioso!" tanto che volevo strangolarlo.

(da "Intervista col Vampiro")






Non innamorarti della notte così follemente da non riuscire più a trovare la strada.

(da "Intervista col Vampiro") 

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La grande avventura della nostra vita. Che cosa significa morire quando si può vivere fino alla fine del mondo? E che cos'è la "fine del mondo", se non un modo di dire, perché chi sa anche soltanto cos'è il mondo stesso? Ormai ho già vissuto due secoli e ho visto le illusioni dell’uno completamente distrutte dall'altro, sono stato eternamente giovane ed eternamente vecchio, senza possedere illusioni, vivendo attimo per attimo come un orologio d'argento che batte nel vuoto: il quadrante dipinto, le lancette intagliate, che nessuno guarda, e che non guardano nessuno, illuminate da una luce che non era luce, come la luce alla quale Dio creò il mondo prima di aver creato la luce. Tic-tac, tic-tac, tic-tac, la precisione dell'orologio, in una stanza vasta come l'universo.

(da "Intervista col Vampiro")

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Il male é un punto di vista,
Dio uccide indiscriminatamente e cosi' faremo noi, perché nessuna creatura di dio é come noi, nessuno simile a lui quanto noi.

(Lestat) 

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Ora ascoltami Louis. Ora ti succhierò il sangue fino a portarti alla soglia della morte, ma voglio che tu stia calmo, tanto calmo da sentire il sangue scorrere nelle tue vene, tanto da sentire lo stesso sangue scorrere nelle mie. E' la tua coscienza, la tua volontà, che deve tenerti in vita'. Io tentavo di divincolarmi, ma lui premeva così forte con le dita da bloccare tutto il mio corpo prostrato; e quando mi arresi, Lestat affondò i denti nel collo.

(da "Intervista col Vampiro")


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Quella mattina non ero ancora un vampiro. E vidi la mia ultima aurora. Me ne ricordo perfettamente; il buffo è che non mi pare di ricordare nessun'altra aurora prima di quella. Rammento che la luce apparve prima in cima alle porte-finestre: un chiarore dietro le tende di merletto, poi il bagliore a chiazze tra le foglie degli alberi, sempre più luminoso. Infine il sole irruppe dalle finestre e ombre di merletto si distesero sul pavimento di pietra. Lo sentivo sulle mani stese sul copriletto, poi sul viso. Restai a letto a ripensare a tutte le cose che m'aveva detto il vampiro, poi dissi addio all'aurora e diventai un vampiro. Fu….la mia ultima aurora.

(da "Intervista col Vampiro")

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Creava deliberatamente quelle lunghe note liquide e pure, per dire che la bellezza non significava nulla perché veniva dalla disperazion, e alla fin fine non aveva nulla da spartire con la disperazione perché la disperazione non era bella, e quindi la bellezza era un orrida ironia?

(da "Scelti dalle Tenebre")

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"Non andate stanotte. Quando giunge il mattino, Maestro, portatemi con voi, portatemi là dove vi nascondete dal sole. E' dal sole che dovete nascondervi, vero , Maestro? Voi che dipingete cieli azzurri e la luce di Febo in modo più brillante di quanti la vedono, non la vedete mai...

(da "Armand il Vampiro")




Quanti secoli avevano purificato quel sangue e distillato il suo potere?
Mi sembrò che parlasse,nel rombo del flusso. Ripetè: "Bevi mio giovane soffrente."
Sentii il suo cuore gonfiarsi,il suo corpo ondeggiare come se fossimo saldati l'uno all'altro.
E sentii, credo, la mia voce che diceva: "Marius"
E lui rispondeva: "Sì."

(da "Scelti dalle Tenebre")

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Scivolai nel sonno, senza immaginare neppure lontanamente che era
l'ultima notte della nostra vita insieme, l'ultima notte del mio supremo
potere, l'ultima notte di Marius de Romanus, cittadino di Venezia, pittore
e mago, l'ultima notte della mia età dell'ORO.

(da "Marius il Vampiro")


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Sono qui, ancora qui, l'eroe dei miei stessi sogni, e, vi prego,
lasciatemi conservare un posto nei vostri.

(da "Memnoch il Diavolo")

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Solo i MORTI sanno quanto sia Terribile essere VIVI.

(da "Il Ladro di Corpi")

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La memoria è una maledizione, si, ma anche il dono più sublime.
Perchè se perdi la memoria, perdi tutto.

(da "Il Vampiro Marius")



Dal dubbio e dalle tenebre...


Dal dubbio e dalle tenebre verso il giorno galoppai,
E cantando al sole la spada sguainai,
Svanita ogni speme, lacero è il cuore: 
Ci attende la collera, la rovina e il notturno bagliore!


Recitò queste strofe, eppure le disse ridendo. Perché il desiderio di combattere si era nuovamente impadronito di lui, ed egli era illeso, ed era giovane, ed era Re: sovrano di un popolo spietato. E mentre rideva, nella disperazione mirò ancora le navi nere e alzò la spada in segno di sfida.


J.R.R. Tolkien  
da "Il Ritorno del Re"